AVVISO AI NAVIGANTI #25
Un film palestinese sugli effetti devastanti di una violenza che ha origini lontane e si ripete nel tempo: UPSHOT di Maha Haj continua il suo tour italiano in sala.
Buongiorno,
un nuovo avviso ai naviganti per ricordarvi che il tour italiano di UPSHOT, film della regista palestinese Maha Haj, continua con nuove date da scoprire, e per raccontarvi del premio che il festival Le Giornate della Luce di Spilimbergo ha assegnato a Carlos Alfonso Corral, direttore della fotografia de I Dannati, per la migliore fotografia di un film italiano dell'ultima stagione.
Calendario delle proiezioni di UPSHOT di Maha Haj
sabato 21 giugno // Treviso // Cinema Edera
domenica 22 giugno // Torino // Cinema Massimo
domenica 22 giugno // Treviso // Cinema Edera
lunedì 23 giugno // Treviso // Cinema Edera
martedì 24 giugno // Lecce // CineLab Cineporto di Lecce
martedì 24 giugno // Treviso // Cinema Edera
mercoledì 25 giugno // Treviso // Cinema Edera
giovedì 26 giugno // Palermo // Rassegna Kultur Ensemble // Institut Français
giovedì 10 luglio // Montone // Umbria Film Festival
domenica 13 luglio // Milano // NAMA - Nuovo Anfiteatro Martesana
lunedì 14 luglio // Padova // Descantarse Catai Festival
Un film palestinese su una coppia che si ritira in una fattoria isolata, dove si dedica al lavoro dei campi e si impegna in dibattiti appassionati sulle scelte dei propri cinque figli – finché un giorno arriva uno sconosciuto a rivelare una verità straziante.
“Realizzato prima del genocidio a Gaza, vi si trovano echi di una violenza che ha origini lontane e si ripete nel tempo”
Il Manifesto
“Maha Haj riesce a farci vedere ciò che non vogliamo vedere”
Gli Asini rivista
“Haj spiega la ferita violenta nel futuro di persone comuni”
Il Sole 24 ORE
“Un film intenso sugli effetti devastanti della guerra”
RSI - Radiotelevisione Svizzera
Il premio per la migliore fotografia a I Dannati
Carlos Alfonso Corral, direttore della fotografia del film I Dannati di Roberto Minervini, ha vinto il Quarzo di Spilimbergo-Light Award 2025, il premio che il festival Le Giornate della Luce di Spilimbergo assegna da undici anni alla migliore fotografia di un film italiano dell'ultima stagione.
"Carlos Alfonso Corral fotografa la varietà degli esseri umani con uno sguardo "assoluto": nonostante la vicenda si collochi narrativamente in maniera chiara, il tempo appare sospeso, grazie a un sapiente controllo della saturazione dei colori. La luce naturale, di cui Corral esalta drammaticità e potenza espressiva, si posa sulla vicenda e sui suoi protagonisti, sui drammi singoli e collettivi, facendoli appartenere in modo estremamente personale e diretto al pubblico che guarda. I primi e primissimi piani, talvolta di intrinseca bellezza pittorica, restituiscono anima e viva presenza a ogni protagonista, facendo sì che i singoli appaiano autonoma parte di un tutto coerente. La sua direzione della fotografia affianca e diventa parte integrante della visione autoriale di Roberto Minervini, dandoci un saggio delle potenzialità di uno sguardo che nasce documentario ma si trasforma in finzionale, con una controllata libertà espressiva di rara densità e dai tratti assolutamente originali".
Queste le motivazioni della giuria 2025, capitanata dalla regista Susanna Nicchiarelli e composta da Gloria Satta, storica penna de “Il Messaggero”, Riccardo Costantini, responsabile degli eventi e degli archivi di Cinemazero, Davide Leone, direttore della fotografia già vincitore del premio nel 2024 e Oreste De Fornari, autore e conduttore televisivo, giornalista e critico cinematografico.
Sotto tregua Gaza
Per rinnovare l'invito alla visione di Sotto tregua Gaza (2010), presente nella sezione Murale del nostro sito www.oktafilm.it/murale/, vi presentiamo due testi del poeta palestinese Mahmud Darwish, la cui lettura nel film è affidata a Giuseppe Cederna che, insieme agli attori Sandro Lombardi, Anna Nogara, Marco Baliani, Maria Grazia Mandruzzato, Licia Maglietta, Silvia Gallerano, Andrea Lupo e Pippo Delbono, accettò di dare la propria voce a dei testi che aiutassero a illuminare il presente, a non dimenticare il passato e ad aprire spiragli su un futuro non ripetitivo e meno feroce.
Era il gennaio del 2009.
Così scriveva l’autrice-regista Maria Nadotti: "Se abbiamo pensato a testi e voci che sappiano uscire dal silenzio e dall’ancor più disturbante chiacchiericcio mediatico, non è per esprimere il nostro lutto o denunciare soltanto, ma per creare insieme un luogo di pensiero e di ascolto, dove la parola riprenda a farsi sentire limpidamente e possa essere raccolta e trasportata altrove, fuori dal buio opaco del tornaconto politico e delle sue inerti frasi fatte".
Buona lettura e buona visione.
La speranza
Alla base della collina, qui, davanti al tramonto
E all’aggressione del tempo,
Tra le ombre spezzate del giardino,
Facciamo quello che fanno i detenuti,
Quello che fanno i disoccupati:
Coltiviamo la speranza.
Qui
Siamo qui, in piedi. Seduti, qui.
Sempre qui. Qui, in eterno. Abbiamo uno scopo
soltanto: essere qui.
E dopo, saremo in disaccordo su tutto:
In disaccordo sull’immagine della bandiera nazionale,
(faresti meglio, popolo mio, a scegliere il simbolo umile
dell’asino).
In disaccordo sulle parole del nuovo inno,
(faresti meglio a scegliere il canto di nozze delle
colombe).
In disaccordo sui doveri delle donne,
(faresti meglio a mettere una donna a capo dei servizi
di sicurezza).
In disaccordo sulla percentuale, sul generale,
e sul particolare.
Saremo in disaccordo su tutto.
Abbiamo soltanto uno scopo: essere qui.
E poi, ciascuno troverà l’occasione per scegliersi
uno scopo...
(Mahmud Darwish, Stato d’assedio, trad. it. di Lamsuni Mohamed e Egisto Volterrani, in Eyal Sivan e Michel Khleifi, Route 181. Frammenti di un viaggio in Palestina-Israele, Bollati Boringhieri, Torino 2004)
Mahmud Darwish nasce nel 1941 nel villaggio di Al-Birwah, presso Akka, in Palestina, occupato nel 1948 dagli israeliani, che ne cacciano la popolazione. Dal 1972 al 1982 lavora a Beirut per l’OLP, dove dirige “Shu’un Filistiniyya” (Affari palestinesi) e il centro di ricerca. Eletto nell’esecutivo dell’OLP nel 1987, dà le dimissioni nel 1993 dopo gli accordi di Oslo. Nel 1996 si stabilisce a Ramallah. È scomparso nell’agosto del 2008. Tra le sue opere tradotte in italiano ricordiamo Murale, Edizioni Epoché, Milano 2005 e Oltre l’ultimo cielo. Palestina come metafora, Edizioni Epoché, Milano 2007.
Post-it 📌
Una piccola bibliografia per approfondire la realtà che fa da sfondo a UPSHOT di Maha Haj.
Non scusarti per quel che hai fatto di Mahmud Darwish
La porta del sole di Elias Khoury
Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina di Ilan Pappé
Spaziocidio di Eyal Weizman
Un giorno nella vita di Abed Salama di Nathan Thrall
Ritorno a Haifa di Ghassan Kanafani
Il mondo dopo Gaza di Pankaj Mishra